Il Chiarchiaro

Soffermiamoci un attimo sul personaggio del Chiarchiaro nella novella La patente di Pirandello; il suo cognome, di per sé, è già piuttosto particolare: come aveva spiegato Sciascia, "Chiarchiaro" significa, in dialetto siciliano, "terreno arido, sassoso", e può rimandare alla sua condizione di solitudine, causata dalla terra bruciata che a sua volta era stata generata dalla sua fama di iettatore. 
Proprio a causa di questa nomea il Chiarchiaro si presenta davanti al giudice: non riesce più a lavorare, dato che tutti hanno paura di lui, quindi, spinto un po' dall'esasperazione e un po' dalla disperazione, decide di sfruttare la situazione a proprio favore.
Come giudicate la sua scelta? Non vi pare che si sia arreso di fronte alla forza della massa e dei pettegolezzi? Se foste stati al suo posto, come avreste reagito? Avreste cercato di sfatare i miti, combattuto contro le malelingue oppure avreste abbracciato la nomea di iettatore e approfittato di essa come ha fatto il personaggio della novella?

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